lunedì 20 ottobre 2008

Intolleranza post-adolescenziale

Un tempo ero perfino simpatizzante degli squatter e dei punk-a-bestia che di tanto in tanto manifestavano contro le forze di polizia per chissà quali motivi. Sognavo di salire su di un treno, senza biglietto ovviamente, opporre resistenza all'eventuale controllore, e arrivare a destinazione non prima di aver tirato il freno di emergenza almeno un paio di volte, soprattutto se il tragitto prevedeva il passaggio in buie gallerie. Quindi unirmi ai cortei non propriamente pacifici... Ero riuscito a trovare con immensa sorpesa in una grande libreria in centro, quelle frequentate da tutti, la ristampa di "Ma l'amor mio non muore", che avevo inutilmente cercata presso le polverose e anguste botteghe di stampa alternativa. Non avendo soldi a sufficienza per comperare il libro, l'avevo comunque sfogliato e leggiucchiato. Avevo quindi imparato a costruirmi rudimentali oggetti usati nelle manifestazioni, sapevo come comportarmi in caso di arresto, ossia come non rispondere alle domande dei poliziotti. "Voglio il mio avvocato", "quel distintivo te lo faccio sospendere", "conosco i miei diritti". Insomma una bella voglia di sovversione, ma senza particolari motivazioni, sia ben chiaro. Semplicemente adolescenziale. E quindi rischiavo di finire a lanciare bottiglie molotov contro il mio migliore amico di infanzia, arruolatosi e divenuto carabiniere subito dopo la fine delle scuole dell'obbligo. Ora quando vedo un punk-a-bestia non riesco a non provare pena per il suo cane.

Ma andiamo oltre. Il mio coinquilino decide di andarsene, deve partire immediatamente, prima della fine del suo contratto d'affitto. Quando me lo dice penso già ai 3 mesi di sana solitudine che mi attendono, i 3 mesi di preavviso, obbligatori per contratto. Non che la sua compagnia fosse propriamente sgradita, ma certo non era il meglio che potessi chiedere. Anzi era alquanto lontano dal meglio che potessi chiedere. Invece mi ritrovo a condividere casa con un suo amico che lui piazza per non dover pagare i 3 mesi a vuoto. E sia, facciamo del bene che nel mondo serpeggia troppo male. Magari allargo la mia già troppo ristretta cerchia di amici.

Il tipo nuovo, mio coetaneo, lavora di notte presso un ente pubblico, con turni di 4 ore e guadagna quasi più di me che per lavoro sto 12 ore al giorno fuori di casa. Lezione numero 1: il guadagno non è proporzionale al grado di istruzione né al numero di ore lavorate.

Il nuovo coinquilino è molto premuroso, ogni volta che rincasa, alle prime luci dell'alba mi fa intendere che fra due ore saranno le sette e che mi dovrò alzare. Il giorno dorme indisturbato (non c'è nessuno in casa) fino alle 4 del pomeriggio, poi si alza, guarda i programmi in televisione adatti alla sua arguzia, quindi cena fuori e monta di nuovo il turno. Nel fine settimana invita gente strana in casa, gente del suo giro, personaggi curiosi che forse si lavano poco, perché avverto strani effluvi trapelare da sotto la porta della stanza in cui stanno chiusi tutto il giorno. Staranno mica fumando? Ma no, il tipo sa bene che abita in una casa di non fumatori, gliel'ho detto 3 volte almeno il primo giorno che ci siamo conosciuti, giusto per evitare spiacevoli malintesi. Quindi escono la sera e la mattina del giorno dopo rientrano verso le 11. Sono soggetti carichi di vitalità: è mezzogiorno e dopo una notte passata a ballare sono super-eccitati e ancora non sono stanchi. Parlano ad alta voce e ridono di gusto. Devono essere stati in una discoteca dove vendevano alcolici di pessima qualità, perché loro sono riusciti a vendere pillole per il mal di stomaco a parecchie persone. Molto interessante, non avevo mai pensato a questo business. Il fine settimana successivo rientrano a casa un po' prima e fanno la fila per andare a vomitare in bagno. Avranno finito le pillole per il mal di stomaco probabilmente. Glielo devo dire che in quella discoteca non ci dovrebbero tornare, accidenti. Intanto il bagno fa un po' schifo ma pazienza, pulirà prima o poi. Giacché non pulisce mi diverto almeno ad indovinare la loro cena, guardandone i resti incrostati nei sanitari.

Quando gli faccio notare che sarebbe il caso di passare uno straccio in casa o che ho una radiosveglia perfettamente funzionante e non è necessario che mi svegli tutte le mattine alle 5 o che non è opportuno fumare in una casa di non fumatori, mi risponde che sono più rompiballe di una zitellaccia, avendo lui abitato per mesi con due ragazze che non gli hanno mai fatto alcuna storia. Inoltre mi chiede di tenerlo dentro un mese in più dei 3 previsti, perché ora, dopo un periodo che è stato senza lavorare, gli hanno fatto un nuovo contratto di due mesi, fino a fine dicembre e non può certamente sbattersi per cercare un'altra stanza. Proprio mentre lavora no. Non ce la fa. Troppe cose da fare. Inoltre sarebbe un grosso problema economico perché i soldi per pagare una nuova caparra, dovesse cambiare abitazione, non li ha. Lui mica lavora sempre, vittima com'è di questo precariato imperante. Sapete, cerca lavoro presso le agenzie interinali. E lì è un mondo infame. I lavori decenti li passano solo alla gente che ha conoscenze, mentre a lui passano le schifezze da 800 euro al mese, che prontamente rifiuta. "Che senso ha lavorare per 800 euro al mese?". Lezione numero 2: in effetti io sono proprio un cretino, avendo lavorato per poco più di 800 euro al mese per 3 anni filati.

Altro fine settimana, altri bizzarri personaggi in giro per casa. Quando mi vedono non si presentano e non mi salutano. Lezione n. 3: curare il proprio aspetto fisico anche dentro casa, devo fare davvero schifo per non esser degno neanche di un saluto.

Lunedì mattina infine il suo amico si sveglia mentre faccio colazione e si chiude per un po' nell'unico bagno di casa. Quando lo libera mi restano pressappoco 15 minuti per lavarmi, vestirmi e raggiungere la stazione pena dover aspettare un'ora per il treno successivo. Mi faccio una doccia super veloce e mi vesto con le prime cose che mi capitano sottomano. Incrocio il suo amico il quale mi rivolge addirittura un grugnito. Fantastico! Salgo in sella alla mia fiammante bici e ricopro il tragitto casa stazione polverizzando ogni record di guida in mezzo al traffico, tra strada e marciapiedi per evitare auto e semafori. Vado così veloce che i pedoni mi sembrano fermi inchiodati. O forse lo sono davvero, vedendo con che furia selvaggia pedalo schivandoli di pochi centimetri. Arrivo in stazione coi quadricipiti in fiamme per la super prestazione fisica, il muscolo sarà pure affaticato, ma il fiato c'è ancora. Eh-eh. Il treno è fermo sui binari, mi restano si e no 20 secondi, ma tanto i treni partono sempre un po' in ritardo, ce la farò! Raggiungo con un ultimo scatto il sottopassaggio, riemergo sul mio binario mentre il treno inizia la sua lenta marcia. Tiro la maniglia per aprire la porta che resta inesorabilmente chiusa, accidenti ai sistemi di sicurezza. Dalla frustrazione mi scappano un paio di parolacce e un'anziana coppia in attesa del treno sul marciapiede di fianco mi guarda con disgusto facendomi sentire pure in colpa.

Sapete cosa? Alla prossima che mi combina sbatto il mio attuale coinquilino fuori di casa a calci, ma prima gli suono un bel manganello sui denti, sui reni e sul costato. Sono preda di una forte intolleranza post-adolescenziale che non so né come né quando sia iniziata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto divertente. Mi hai fatto ridere di cuore. Capisco di avere riso delle tue "disgrazie", ma credimi, questa di "Intolleranza post-adolescenziale" è forse la tua pagina migliore.