martedì 17 febbraio 2009

Business Lounge

Arrivo in aeroporto con la prospettiva di un'attesa di ben 6 ore e 20 minuti per il prossimo volo che mi riporterà in patria, mio malgrado. Sebbene rientri da un altro continente e abbia il bioritmo in fase calante causa mancanza di adeguato riposo, decido purtuttavia di mescolarmi tra i fortunati frequentatori della "Business Lounge", tanto per darmi quel po' di tono. La realtà è che subisco fortemente il fascino delle donne in carriera, soprattutto se con tailleur-24ore-cellulare e mi viene facile immaginare che queste donne, quando sono in attesa di un volo, frequentino le "Business Lounge" piuttosto che i duty free. Inoltre ho accumulato diversi viaggi che mi danno il privilegio di accedere ai "salottini dell'occupanza" (business viene da busy, occupato) perciò perché non approfittarne?

Guadagnato l'ingresso, la prima cosa che faccio è passeggiare stancamente accanto al bancone di marmo che offre snack, ossia olive verdi e nere, banane, mele, caramelle che si regalano ai bambini per la festa della befana e noccioline tostate e salate. Fingendo di guardare distrattamente gli altri "occupati", decido di soddisfare dapprima stomaco e gola perciò mi riempio una bel piatto di noccioline e olive, che richiedono, dato l'elevato contenuto di sodio, 2 bicchieri tra acqua e succo di frutta multivitaminico "Minute Maid". Quindi passo all'immancabile cappuccino della macchinetta automatica. C'è anche la possibilità di bere dell'alcool: vedo della birra e qualche bottiglia di whiskey, ma rinuncio all'idea perché manca la menta e il ghiaccio tritato necessario alla preparazione di un Mint Julep. Non ci sono neanche gli ingredienti per un White Russian, che sarebbe stato a dir poco appropriato per la situazione che vorrei creare.

Avendo fornito nuova attività allo stomaco mi reco nella "work zone" dove ci sono cubicoli con prese di corrente per collegare il portatile e ogni altra diavoleria tecnologica. L'idea è di avvistare l'avvenente manager, sedersi vicino a lei e attaccar bottone facendo finta di non sapere come collegarsi ad internet, oppure, meglio, sniffare tutto il suo traffico internet per beccare le password di accesso alla sua posta elettronica e quant'altro serva per entrare nella sua vita in modo non propriamente onesto, ma che dia comunque qualche vantaggio. La "work zone" è tristemente frequentata solo da uomini. C'è uno che ricarica cellulare, portatile e iPod. C'è chi naviga in internet. Prendo un posto e la magia del momento fa si che mi riesca a collegare senza dover spendere quattrini. Delle due l'una: o la compagnia aerea ha deciso di rendere l'accesso ad internet gratis in seguito alle mie ripetute lettere di protesta sul fatto che ancora bisognasse pagare per avere un accesso ad internet (siamo "executive", che diamine, facciamo girare l'economia quindi almeno internet ce lo possono dare gratis nel "salotto dell'occupanza") oppure ho avuto un colpo di culo. Ad ogni modo passo un paio d'ore a leggere la posta, aggiornare profili delle varie reti sociali cui appartengo e rendo anche pubblica l'intenzione di scrivere questo post.

Ancora 3 ore e mezza di attesa e necessito di servirmi degli impeccabili servizi igienici. Mi sfiora anche l'idea di farmi una doccia (si, nelle "Business Lounge" c'è una stanza dedicata alla doccia)... ma c'è prima bisogno di convincere una prestante manager ad accompagnarmi, ovviamente. Quindi ritorno in sala snack con l'obbiettivo di conoscerne finalmente una ma con disappunto noto che non c'è più nessuno e mi viene il dubbio che tutti gli areri siano partiti in fretta e furia lasciandomi solo qui dentro... in tal caso poco male, ci sono ancora mele, banane, nocccioline in quantità ed è arrivato un brodo vegetale da mischiare con dei crostini. Qualcuno ha anche portato
due tra le testate più famose dei quotidiani italiani che afferro desideroso di aggiornarmi sulle tristezze del mio Paese. Giacché sono solo mi riempio 3 scodelle di brodazza e crostini e a parte un piattino di olive assortite e prendo una banana come frutta. Concludo il lauto pasto con un caffé dalla solita macchinetta automatica multifunzione.

Non avvistando ancora nessuna bellissima 35enne in carriera, mi sposto nella zona televisore: vi sono divanetti singoli e tavolini di vetro con cuffie audio e 4 televisori ultrapiatti a parete che trasmettono i seguenti canali: CNN-Live, Eurosport, R-TV e un live di un torneo di biliardo. I divanetti sono occupati rispettivamente da: 1 pilota (si riconosce dalla divisa), 2 ultracinquantenni che dormono, un tizio con stivali da cowboy che legge un libro e un uomo che si gusta anche lui una scodella di brodazza. Più me. Le donne semplicemente non esistono, a parte le cameriere che parlano soltanto tedesco e con le quali rinuncio ad avere qualsiasi rapporto
interpersonale. Il pilota ha fatto qualcosa di astutissimo: si è tolto la giacca con i galloni che lo contraddistiunguono e l'ha appesa, assieme ad una borsa all'apparenza piena di documenti all'appendiabiti che è in fondo alla zona TV. Non vi nascondo che fatico a resistere all'idea di prendere la giacca e scappare a pilotare il primo aereo disponibile: sarebbe la coronazione del sogno di adolescente, il giusto premio dopo le centiaia di ore passate al Microsoft Flight Simulator (nell'ordine versioni 5.0, 6.1, 95 e 2000). Non sto scherzando, sono tranquillamente in grado di pilotare un velivolo di piccole dimensioni. So come decollare, salire a quota, mantenere la crociera, scendere, approcciare la pista e atterrare. Ho anche una discreta abilità nel volo strumentale. Certo mancano i brevetti ufficiali, ma non è grazie a quel pezzo di carta che si impara a pilotare. Per quel che mi riguarda l'abilitazione ce l'ho eccome.

Mi distoglie l'attenzione Eurosport che trasmette un qualche torneo di tennis femminile. Non posso fare a meno di assaporare l'abolizione del regolamento che imponeva alle tenniste di vestire di bianco con quelle gonnine ridicole. Lo sguardo ora è catturato dalla giornalista della CNN-Live, una vera anchor-woman di quelle che bucano lo schermo. E' inebriante. Ma si sta facendo tardi tra un'ora ho l'imbarco e devo ancora cambiare terminal. Le uniche donne che ho avuto modo di apprezzare nel "salotto dell'occupanza" sono state quelle proiettate sullo schermo al plasma degli ultrapiatti, donne che sappiamo bene non esistere per cui, ancora una volta, posso dire che ha vinto il mondo digitale, ritoccato e fasullo. Quelle donne sono elaborate creazioni dei produttori televisivi. E quindi eccovi la perla di saggezza del giorno: "la realtà è una forma di degradazione delle belle idee", un po' come la ciambella che non riesce mai col buco.

Magari però le donne in carriera, sebbene immerse nel circuito di produzione con alte responsabilità e impegnatissime conservano ancora quel carattere femminile che rende i negozi di profumi e gioielli del duty free assolutamente irresistibili ai loro occhi e sono tutte là a rimirar le vetrine... se è così già le amo tutte, e mi sa che devo scappare, o la donna della mia vita acquisterà il suo Chanel e la borsetta all'Emporio Armani prenderà il volo prima che io possa gettarmi ai suoi piedi e dichararle tutto il mio amore.

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